Con i suoi oltre 600.000 utenti attivi distribuiti in ben 30 mercati europei, BookBeat negli ultimi anni sta facendo molto parlare di sé. Dopo i lanci in Norvegia, Paesi Bassi e Belgio e il recente accordo con RBMedia, grazie al quale ben 40.000 audiolibri in lingua inglese si sono aggiunti ad un già vasto catalogo, nelle ultime settimane l’azienda svedese di digital subscription per la lettura di e-book e l’ascolto di audiolibri è stata protagonista delle cronache di settore per l’introduzione di nuove tipologie di abbonamento alternative al classico modello unlimited, una novità assoluta nel panorama dell’attuale industria editoriale.
Dal 2019 BookBeat fa parte del network dei nostri partner per la distribuzione di contenuti in italiano e in altri territori europei ma importanti novità sono in arrivo già nel prossimo mese di ottobre. La piattaforma di Niclas Sandin infatti sembra essere finalmente pronta a scommettere anche nel mercato italiano con il lancio della app proprietaria, disponibile per iOS e Android, che consentirà agli utenti l’accesso a un vasto catalogo di circa mezzo milione di contenuti!
Non aggiungiamo altro passando la parola a Valeria Luminasi, Expansion Coordinator per BookBeat, che ringraziamo ancora una volta per la disponibilità. Buona lettura!
Sono molti gli attori nel settore dello streaming editoriale. Cosa distingue BookBeat dalle altre piattaforme?
Ottima domanda! BookBeat crede nella personalizzazione e nel dare a ogni utente esattamente quello di cui ha bisogno. Per il mercato italiano, questo si traduce nell’offerta di tre diversi pacchetti, con un monte ore mensile a scelta tra 20, 50 e 100 ore. Questo ci permetterà di avvicinarci a chi ha meno tempo per leggere, ma anche di essere l’app di audiolibri ed e-book più economica sul mercato.
Inoltre, ogni mese lanciamo una nuova versione, migliorata dell’app; questo fa sì che, a confronto con i competitor negli altri core market, BookBeat abbia la miglior user experience, e le valutazioni più alte.
BookBeat ha radici svedesi e sede a Stoccolma. Quanto questo contesto, che ha nei servizi di streaming in abbonamento il principale business model per i media digitali, ha influito sullo sviluppo della vostra piattaforma?
La Svezia è la culla degli audiolibri, uno dei primi Paesi che ha trasformato un trend esclusivo in uno stile di vita di accessibile a tutti. BookBeat in particolare, è nata dal gruppo Bonnier, una delle case editrici più antiche d’Europa, ad oggi azienda media leader del settore. È buffo pensare che già nel 1992 Bonnier spediva i primissimi audiolibri (in formato cassetta) direttamente nelle case dei partecipanti del suo Book Club. E andavano fortissimo!
BookBeat fa esattamente questo: ha conservato la sua eredità e l’ha aggiornata in un modello ad abbonamento, continuando un viaggio cominciato 30 anni fa… ma questa volta arrivando a più di 600.000 utenti in tutta Europa.
Dopo aver coinvolto, e con successo, alcuni dei principali editori dei vari mercati di riferimento avete deciso di dare spazio anche agli autori indie. Cosa vi ha spinto ad aprire la piattaforma anche alle auto pubblicazioni?
Per noi è importante offrire agli utenti un catalogo completo e di qualità; ad oggi contiamo più di 600.000 libri sulla piattaforma, e una grossa parte sono proprio autori indie.
Consideriamo per esempio il caso “The Atlas Six” di Olivie Black: originariamente un titolo auto-pubblicato, è andato virale su TikTok, fino a diventare un bestseller internazionale con milioni di copie vendute (e di ascolti su BookBeat).
Audiolibri e modello in abbonamento sembrano essere oggi il binomio perfetto. Quali sono invece i numeri degli e-book? In che modo stanno cambiando le abitudini di fruizione degli utenti?
È vero, in molti mercati il consumo degli audiolibri è stato in costante crescita e anzi, ha visto una forte accelerata proprio nel periodo della pandemia. Al contrario, dopo il boom di consumi nel 2020, gli e-book non hanno continuato a performare altrettanto bene, e moltissimi lettori si sono ritrovati ad essere anche “ascoltatori”.
Questo ci ha portati a puntare molto di più sugli audiolibri, sebbene gli e-book restino comunque una componente fondamentale sulla piattaforma.
Dal punto di vista degli utenti, gli e-book, per quanto effettivamente molto pratici, hanno una “grave” pecca rispetto agli audiolibri: non si possono consumare mentre si carica la lavastoviglie!
L'audience di BookBeat diventa sempre più internazionale. Utenti di paesi diversi hanno preferenze e abitudini di consumo diverse tra loro?
Sì, e ci divertiamo parecchio a confrontarle. Per esempio, avreste mai immaginato che la Germania amasse così tanto i romanzi rosa? No?
Nessuna sorpresa invece per la Polonia, fedelmente affezionata alla loro saga, ormai internazionale, “The Witcher”. Sull’Italia abbiamo già qualche dato, ma fino ad ora i lettori sembrano seguire il grande trend generale degli ultimi anni: Thriller e Classici!
Per quanto riguarda le abitudini di consumo, posso dire che in questo senso tutto il mondo è paese, e condividiamo l’amore per l’ascolto soprattutto su mezzi di trasporto e durante le faccende domestiche (vedi lavastoviglie).
Chiudiamo voltando lo sguardo verso il futuro: come vedete il mercato editoriale nei prossimi anni? Dopo il recente lancio in Norvegia e l’approdo nei Paesi Bassi e Belgio quali saranno le vostre prossime mosse? Cosa dobbiamo invece aspettarci in Italia?
Ad oggi BookBeat è presente in trenta mercati, di cui dieci principali (con app e contenuti nella lingua locale) e quattro in espansione: Italia, Spagna, Francia e UK. Vedendo l’andamento degli altri core market, siamo molto fiduciosi rispetto ai prossimi lanci e per l’Italia in particolare abbiamo un sogno: mettere fine alla frammentazione del mercato degli audiolibri.
C’è la tendenza, fra i nostri competitors, di lavorare in esclusiva con certi editori o certi titoli; questo non fa altro che limitare editori e consumatori, lasciando tutti parzialmente insoddisfatti. BookBeat si propone non solo di creare una piattaforma libera e completa, ma anche di far capire che gli audiolibri non sono una moda passeggera, ma il futuro del mondo dell’editoria.
L’intervista è stata realizzata via email nelle ultime settimane, ancora grazie a Valeria Luminasi per la disponibilità!