StreetLib entra nel futuro dell’AI con Amlet: intervista a Giacomo D’Angelo, fondatore del primo registro pubblico per Text & Data Mining

L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il modo in cui i contenuti vengono creati, utilizzati e distribuiti. Dopo anni in cui i modelli di AI sono stati addestrati su grandi quantità di opere non autorizzate, per il mondo dell’editoria arriva finalmente una novità in grado di cambiare le regole del gioco.

StreetLib ha avviato una nuova partnership con Amlet, la prima piattaforma dedicata alla registrazione, gestione e licenza dei contenuti digitali per l’AI economy. L’obiettivo è chiaro: dare ad autori ed editori gli strumenti per proteggere, tracciare e valorizzare le proprie opere nell’era dell’intelligenza artificiale, nel pieno rispetto delle nuove normative europee sui diritti digitali.

Abbiamo parlato con Giacomo D’Angelo, CEO di StreetLib e fondatore di Amlet, per capire come nasce questo progetto, in cosa consiste la sua innovazione e quali vantaggi concreti offre a chi pubblica con StreetLib.

Partiamo dall’inizio: che cos’è Amlet e da quale esigenza nasce?

Amlet è il primo registro pubblico al mondo dedicato al Text & Data Mining (TDM), ovvero quella tecnica che consente ai sistemi di intelligenza artificiale di analizzare e “leggere” grandi quantità di testi, immagini o altri materiali digitali per apprendere.

Negli ultimi anni abbiamo visto le aziende tecnologiche costruire modelli multimiliardari basandosi su contenuti spesso utilizzati senza consenso o riconoscimento. Da questa consapevolezza nasce Amlet: l’idea di fornire agli autori e agli editori una infrastruttura di fiducia per registrare, gestire e, quando scelgono di farlo, monetizzare in modo equo e trasparente le proprie opere nell’AI economy.

È un passo avanti importante per restituire agli autori e editori il controllo sui propri contenuti e, soprattutto, il valore che generano.

Si parla molto di “post-scraping era”. Cosa significa questo concetto e perché è così importante per editori e autori oggi?

Per anni, le intelligenze artificiali hanno imparato “leggendo” il web — e quindi anche libri, articoli e opere creative — senza che i titolari dei diritti ne fossero consapevoli. La post-scraping era segna la fine di questa fase.

Con l’entrata in vigore dell’AI Act Europeo e di nuove normative internazionali, le aziende che sviluppano modelli di AI dovranno dimostrare la provenienza dei dati e rispettare le licenze d’uso dei contenuti.

In questo nuovo scenario, editori e autori devono poter dire: “Questo è il mio contenuto, e queste sono le regole con cui può essere utilizzato”. Amlet nasce proprio per questo: per rendere tracciabile e verificabile ogni opera digitale, consentendo agli algoritmi di riconoscerla e rispettarne le condizioni d’uso.

In cosa consiste l’innovazione di Amlet rispetto alle soluzioni esistenti per la gestione dei diritti digitali? In che modo aiuta a costruire un rapporto più equo tra chi crea contenuti e le aziende che sviluppano tecnologie di intelligenza artificiale?

La vera innovazione di Amlet è che unisce standard tecnologico e quadro legale in un’unica infrastruttura globale. Ogni contenuto registrato riceve un codice ISCC (International Standard Content Code), un identificativo che funziona come un’impronta digitale universale generata direttamente dal contenuto stesso.

Questo permette a chiunque — anche alle aziende che addestrano modelli di AI — di riconoscere automaticamente un’opera, verificare chi ne detiene i diritti e sapere se è possibile utilizzarla o meno.

In questo modo, Amlet diventa un punto d’incontro trasparente tra chi crea valore (autori, editori, artisti) e chi lo utilizza (le aziende AI), favorendo un’economia dei dati finalmente equa e sostenibile.

Come dico spesso, non si tratta di fermare l’AI, ma di fare in modo che cresca nel rispetto del lavoro umano su cui si basa.

Amlet AI

Quali sono i vantaggi concreti per gli autori e gli editori che pubblicano con StreetLib?

Grazie alla partnership tra StreetLib e Amlet, tutti gli autori ed editori che distribuiscono con StreetLib potranno registrare gratuitamente le proprie opere nel registro pubblico TDM fornito da Amlet.

Questo offre due vantaggi immediati:

  1. Maggiore protezione dei diritti digitali, perché le informazioni sui contenuti diventano tracciabili, verificabili e accessibili anche dalle aziende che sviluppano AI.
  2. Maggiore visibilità e nuove opportunità, perché i titoli registrati entrano in un’infrastruttura globale che collega creatori e aziende tecnologiche in cerca di contenuti di alta qualità e legalmente utilizzabili.

È una tutela, ma anche una porta aperta verso nuovi modelli di valorizzazione dei contenuti.

Guardando al futuro: come immagini il ruolo dell’AI nell’editoria nei prossimi anni e quale contributo può dare StreetLib in questa trasformazione?

L’intelligenza artificiale non è una minaccia per l’editoria, se impariamo a governarla con consapevolezza. Credo che nei prossimi anni l’AI sarà parte integrante dei processi editoriali — dalla creazione alla promozione, fino all’esperienza di lettura — ma il suo sviluppo dovrà basarsi su dati di qualità, autorizzati e tracciabili.

StreetLib vuole essere protagonista di questa trasformazione, portando avanti un modello di innovazione etica e aperta. Con Amlet, diamo agli autori e agli editori strumenti concreti per partecipare alla nuova economia dell’AI in modo sicuro, trasparente e vantaggioso.

Come sempre, il nostro obiettivo è lo stesso: mettere la tecnologia al servizio delle persone che fanno vivere i libri.


La partnership tra StreetLib e Amlet rappresenta un nuovo passo nell’evoluzione dell’editoria digitale: un modello che mette al centro trasparenza, tutela e valorizzazione del lavoro creativo nell’era dell’intelligenza artificiale.

Approfondiremo questi temi nel prossimo appuntamento di StreetLib Explore, in programma giovedì 23 ottobre alle 14.00, un’edizione speciale che vedrà la partecipazione di Giacomo D’Angelo, pronto a rispondere a tutte le domande del pubblico.

Durante il webinar parleremo di:

  • Cos’è il Text and Data Mining (TDM) e perché è diventato centrale nel dialogo tra editoria e intelligenza artificiale.
  • Le principali novità introdotte dall’AI Act europeo per la tutela del diritto d’autore.
  • In che modo il servizio Amlet consente di proteggere e tracciare l’impronta digitale dei libri, garantendo trasparenza e riconoscimento del valore creativo.

Un’occasione per comprendere da vicino come la tecnologia può diventare un alleato nella costruzione di un ecosistema editoriale più equo e sostenibile.

Per partecipare è necessario registrarsi: